LA SALA PROFESSORI

SABATO h 21.15 – DOMENICA h 17.00 – LUNEDI’ h 21.15 MARZO 2024

TRAMA

(Quando la nuova insegnante di matematica e di educazione fisica di una seconda media tedesca, Carla Nowak, decide di prendere l’iniziativa per scoprire chi è il responsabile dei furti che si sono verificati nella scuola, lo fa con le migliori intenzioni. Prima su tutte quella di interrompere la prassi degli interrogatori ai danni di studenti innocenti e di liberarli dall’ombra del pregiudizio che grava su di loro. Sa benissimo, perché lo ha visto con i suoi occhi, che, per esempio, anche tra il corpo docente c’è chi non brilla per onestà. E sa benissimo, perché lo insegna in classe, che una tesi ha bisogno di una dimostrazione valida, da condursi passaggio dopo passaggio, altrimenti si finisce nell’ambito dell’opinione, nel relativismo, nell’anarchia. Eppure la sua azione finisce per innescare una reazione a catena, che sfocia proprio là dove Nowak non avrebbe mai voluto, in quell’immagine finale, che è iconograficamente associabile a una vittoria, ma racconta una tragica sconfitta.

E ce ne sono tante di contraddizioni apparenti in questo film, che scorre come un treno sull’unico binario di un’idea di partenza che dà luogo a una produzione inarrestabile di altre cellule.

Per esempio la contraddizione tra “tolleranza zero” e “democratizzazione”, due parole chiave della policy della scuola, o quella interna alla questione della riservatezza (Carla non leggerebbe mai le pagine del diario di un ragazzo, però lascia accesa una webcam in sala professori, per quanto su un’inquadratura strettissima; e noi sappiamo, perché stiamo guardando un film, che certe scelte possono fare la differenza).

Nell’attenta sceneggiatura del regista Ilker Çatak e di Johannes Duncker, si parla dunque di un solo fatto ma di molte conseguenze. Si parla tra le righe di responsabilità personali, di comportamento collettivo e di come, ancora una volta, questi elementi possano non essere accordati tra loro. Si parla, senza retorica, del coraggio che ci vuole a pensare e agire diversamente dal gruppo.

La sala professori fotografa con la giusta drammaticità lo stato di un’istituzione in grossa crisi, esogena e endogena, in cui il rispetto che un tempo era precetto è stato sostituito dal sentimento umorale, per cui all’insegnante si dà retta finché è simpatico, sa intrattenere, non si fa scudo con il suo ruolo, perché allora quello scudo, sebbene di latta, diventa subito il bersaglio del tiro incrociato di alunni e genitori.)

LA ZONA D’INTERESSE

Sabato 2 h 21.15, Domenica 3 h 17.00-21.15, Lunedì 4 h 21.15 -Domenica 10 h 17.00 Marzo 2024

TRAMA

Schermo nero. Rumori. Musica. 1943: una gruppo di giovani adulti e bambini fanno un picnic vicino a un fiume. Deve far caldo. La luce è accecante. La famiglia è quella di Rudolf Hoss (Christian Friedel) e sua moglie Hedwig (Sandra Huller). Coi 5 figli bambini, uno di qualche mese, abitano la villetta con giardino che dà su Auschwitz. Lui ne è il comandante. Ama andare a cavallo al lavoro. La moglie sta a casa coi bambini e i domestici, che vengono dal campo. Come da lì arrivano le pellicce e altri valori di cui lei e le sue amiche si appropriano. Chiacchiera in giardino con la suocera. A un certo punto arriva la madre, che dopo un po’ se ne va perché non sopporta l’odore.

Il marito viene chiamato a Berlino. La moglie ha una crisi isterica e gli chiede di ottenere che almeno lei possa restare lì, coi bambini: in campagna. Da Budapest, sta arrivando un carico di ebrei ungheresi. La soluzione finale, “calcolata in ogni minimo dettaglio costo/beneficio”, va applicata a tutto il sistema lager. Hoss è “perfetto”, per sovrintendere. È lui a suggerire infatti di usare il gas Zyklon B nelle camere a gas: più veloce.

PAST LIVES

Sabato 24 h 21.15, Domenica 25 h 17.00-21.15, Lunedì 26 h 21.15 – Febbraio 2024

TRAMA:

Past Lives, film diretto da Celine Song, racconta la storia di Nora e Hae Sung (Moon Seung-ah e Seung Min Yim), due amici d’infanzia molto legati tra loro. I due vengono separati quando la famiglia di Nora decide di emigrare dalla Corea del Sud al Canada e finiscono col perdersi di vista.
Crescendo in America, Nora (Greta Lee) riesce a coronare il suo sogno di scrivere per vivere e si trasferisce a New York. Nel frattempo Hae Sung (Teo Yoo) sta svolgendo la leva militare obbligatoria in Corea.
Vent’anni dopo i due si incontrano e trascorrono insieme una settimana, durante la quale si ritroveranno ad affrontare nozioni come quella di amore e destino.

ANATOMIA DI UNA CADUTA

Sabato 17 Febbraio h 21.15 – Domenica18 Febbraio h 17.00, 21.15 – anno 2024

TRAMA

La scrittrice tedesca Sandra Voyter sta rilasciando un’intervista nello chalet sulle montagne vicine a Grenoble dove vive insieme al marito Samuel Maleski e al loro figlio non vedente Daniel. La conversazione fra lei e la giovane giornalista divaga, ed è infine interrotta dalla musica a tutto volume suonata da Samuel. Qualche ora dopo Samuel viene trovato morto sul selciato innevato davanti allo chalet: si è gettato o è stato ucciso? Sarà questo il dilemma da risolvere attraverso un’indagine minuziosa e un processo complicato e seguitissimo dai media. Ad assistere Sandra, principale indagata, è l’avvocato Vincent Renzi, suo amico di lunga data, e ciò che emergerà dalle indagini, prima ancora che un verdetto, è il problematico rapporto coniugale fra Sandra e Samuel, che ha trovato il punto di rottura nell’incidente all’origine della cecità di Daniel.

La valutazione delle scelte di Sandra e Samuel diventa talmente divergente da formare due realtà parallele, e in mezzo c’è Daniel, che non può che pagare lo scotto della reciproca cecità fra i suoi genitori. La falsariga lungo la quale si muove la narrazione è quella fra finzione e realtà anche perché Sandra è una scrittrice di successo che attinge al suo privato (e alle idee del marito) con indelicata leggerezza, mentre Samuel vorrebbe esprimersi attraverso la scrittura ma non ne trova il tempo, lo spazio e la determinazione (e forse non ne ha neppure la capacità).

DIECI MINUTI

Sabato 10 Febbraio h 21.15 – Domenica11 Febbraio h 17.00, 21.15 – Lunedì 12 Febbraio h 21.15 – anno 2024

TRAMA

Quando Niccolò lascia la moglie Bianca, dopo 18 anni di matrimonio, lei cade dalle nuvole: non si era accorta di nulla, né dell’infelicità del suo compagno di vita, né della sua relazione con un’altra donna. Da quel momento Bianca precipita in uno stato depressivo dal quale cerca di tirarla fuori una psicologa burbera dal cognome importante (si chiama Braibanti, come la vittima di un agghiacciante caso giudiziario), intenta a riportare la sua paziente ad un metro di realtà. Perché Bianca ha attraversato la vita, non solo il suo matrimonio, con eccessiva cautela verso se stessa, con la paura di confrontarsi con le cose che non si ritiene capace di tentare. Così la psicologa le propone un esercizio: fare per dieci minuti una serie di esperienze nuove e così addentrarsi in territori sconosciuti. Bianca, dopo essere stata sospesa dal giornale per cui collaborava, si mette alla prova: al funerale di uno sconosciuto, facendo l’autostop o un po’ di sesso occasionale, persino taccheggiare. Ma l’attende la sfida più grande di tutte: cominciare a fare ciò che non ha mai osato.

Dieci minuti, diretto da Maria Sole Tognazzi e da lei cosceneggiato insieme a Francesca Archibugi, è liberamente ispirato al romanzo “Per dieci minuti” di Chiara Gamberale, di cui conserva la componente fortemente autobiografica.

Inizialmente percepiamo il mondo attraverso il punto di vista soggettivo di Bianca, che “non vede e non ascolta”, poi a poco a poco allarghiamo lo sguardo a contemplare la complessità della sua realtà, e soprattutto dei suoi rapporti famigliari: con Niccolò, ma anche con i genitori, con l’amico di sempre e con la sorellastra.

Il film fa riferimento nei dialoghi ad alcune grandi scrittrici – Elsa Morante e Natalia Ginzburg – ma quella di cui è lontano parente potrebbe essere Elena Ferrante, un fantasma ingombrante con il suo “I giorni dell’abbandono” (già diventato un film di Roberto Faenza, con protagonista proprio quella Margherita Buy che qui interpreta la psicologa Braibanti).

Ma della scrittura della Ferrante (o anche della Morante e della Ginzburg) Dieci minuti purtroppo non ha la spietatezza, assestandosi su una corda morbida e gentile: paradossalmente lo strazio della separazione si coglie soprattutto sul volto di Alessandro Tedeschi, che ben interpreta il ruolo di Niccolò.

Barbara Ronchi aggiunge fragilità e dolcezza alla sua Bianca, ma non le è permesso tagliare fino in fondo attraverso il suo dolore, e anche la durezza della psicologa viene contraddetta da una scena finale che di fatto, annulla quello che era stato fino a quel momento un personaggio nuovo: un medico (donna) che affronta i pazienti con piglio quasi aggressivo. E le musiche di Andrea Farri sottolineano troppo incessantemente ogni emozione, come se la regia avesse paura del silenzio che accompagna la solitudine, soprattutto quella non scelta.

THE HOLDOVERS

Sabato 3 Febbraio h 21.15 – Domenica 4 Febbraio h 17.00, 21.15 – Lunedì 5 Febbraio h 21.15 – anno 2024

TRAMA

Dall’acclamato regista Alexander Payne, The Holdovers – Lezioni di vita racconta la storia di uno scontroso professore (Paul Giamatti) di una scuola privata del New England, che rimane nel campus durante le vacanze di Natale per sorvegliare gli studenti che non possono tornare a casa. Alla fine stringe un improbabile legame con uno di loro, un ragazzo strambo e problematico (l’attore emergente Dominic Sessa), e con la cuoca della scuola, il cui figlio risulta di recente disperso in Vietnam (Da’Vine Joy Randolph).

PARE PARECCHIO PARIGI

Sabato 27 Gennaio h 21.15 – Domenica 28 Gennaio h 17.00, 21.15 – Lunedì 29 Gennaio h 21.15 – anno 2024

TRAMA

Pare parecchio Parigi, film diretto da Leonardo Pieraccioni, racconta come alcuni fratelli (Leonardo PieraccioniChiara FranciniGiulia Bevilacqua) decidano di esaudire il desiderio del loro padre (Nino Frassica) anziano e malato, ossia fare un viaggio a Parigi. I tre fratelli, però, non hanno contatti tra loro da ben cinque anni, ma per il bene del genitore faranno finta di partire da Firenze alla volta di Parigi a bordo di un camper, non uscendo mai dai confini di un maneggio per cavalli.
Il motivo di questa farsa è perché ai tre è stato proibito dalla struttura in cui è in cura di portare troppo lontano il padre. Quest’avventura, nonostante non si svolga così lontano dall’ospedale, si rivelerà essere una paradossale occasione per far riallacciare i rapporti tra i tre fratelli e cercare di riconciliarsi con il padre. Grazie all’immaginazione faranno un viaggio lungo chilometri e se non possono andare a Parigi, Parigi può andare da loro!

PERFECT DAYS

Sabato 20 Gennaio h 21.15 – Domenica 21 Gennaio h 17.00, 21.15 – Lunedì 22 Gennaio h 21.15 – anno 2024

Trama:
Perfect Days, il film diretto da Wim Wenders, racconta la storia di Hirayama (Koji Yakusho), un uomo che parla poco, umile ma sereno, che lavora come addetto alle pulizie dei bagni pubblici di Tokyo. Hirayama vive in una piccola casa, circondato da piante, e segue un’assidua e tranquilla routine, che gli permette di coltivare le sue passioni: la musica, i libri, la fotografia e gli alberi.
Il suo quartiere è pieno di piccoli caffè, frequentati sempre dalle stesse persone ogni giorno, di librerie, che vendono principalmente opere di Patricia Highsmith o romanzi di giovani scrittori giapponesi contemporanei. Hirayama preferisce recarsi a lavoro con il suo minivan, perfettamente equipaggiato di ogni attrezzo per pulire, mentre nelle sue orecchie risuonano i testi dei Rolling Stones, di Patti Smith o di Lou Reed. Attraverso quello che ascolta o legge e le foto che scatta, vengono rivelati la sua storia e il suo passato.

50 Km all’ora

Sabato 13 Gennaio 2024 h 21,15 – Domenica 14 Gennaio h 17,00-21,15 – Lunedì 15 Gennaio 2024 h 21,15

Trama:

50 km all’ora, il film diretto da Fabio De Luigi, racconta la storia di due fratelli (Stefano Accorsi e Fabio De Luigi) che hanno vissuto lontano per molti anni a causa di un rapporto conflittuale.
Quando il padre muore, si ritrovano al suo funerale ed è l’occasione per i due di affrontare i demoni del passato. Ritrovano due vecchie moto scassate che si erano costruiti da ragazzini e decidono di fare un viaggio insieme attraverso l’Italia. I giorni trascorsi sulle due ruote aiuteranno i fratelli a chiarire i rancori e ad analizzare il loro rapporto.
Un percorso che li riunirà riportandoli a casa…

FOGLIE AL VENTO

Sabato 6 Gennaio 2024 h 21,15 – Domenica 7 Gennaio h 17,00-21,15 Lunedì 8 Gennaio 2024 h 21,15

TRAILER

Al Festival di Cannes, dove è stato presentato in concorso il maggio scorso, ha vinto un meritatissimo Premio della Giuria (che, come d’abitudine, il regista non ha ritirato). Agli EFA, ha ottenuto cinque candidature come Miglior film, Miglior sceneggiatura, Miglior regia, Miglior attrice e Miglior attore.
Noi, al cinema, Foglie al vento, nuovo capolavoro del finlandese Aki Kaurismäki, lo vedremo a partire dal 21 dicembre, distrubuito da Lucky Red in collaborazione con BIM.
Ecco cosa ha detto Aki Kaurismäki di questo suo piccolo, grande film:

La storia raccontata da Kaurismäki in Foglie al vento è quella di due persone sole e alla deriva (Alma Pöysti e Jussi Vatanen, bravissimi) che si incontrano per caso una notte a Helsinki. Un incontro che per loro diventa l’ultima occasione per trovare il primo, unico e definitivo amore della loro vita. Questo cammino verso un’idea di possibile felicità viene però intralciato dall’alcolismo di lui, dai numeri di telefono persi, dal non conoscere nomi o indirizzi reciproci e dalla tendenza generale della vita a porre ostacoli a chi, la propria felicità, la va a cercare.

Ci sono un Lui e una Lei. Non importa come si chiamino: a lungo ignorano persino loro l’una il nome dell’altra. Importa che sono due perdenti, due proletari. Lui fa l’operaio, dorme in una baracca, beve troppo. Lei lavora in un supermercato, ma la licenziano perché si è portata a casa un panino scaduto destinato al cassonetto dei rifiuti.
Anche Lui, finirà senza lavoro, colpa dell’alcool. In un modo o nell’altro andranno avanti. Soprattutto, in un modo o nell’altro s’incontreranno, continueranno a incontrarsi grazie al destino, e per colpa del destino saranno destinati a perdersi, ritrovarsi, perdersi ancora.
Lui e Lei si muovono in silenzio, con fatica ma determinazione, nel mondo di Aki Kaurismäki, sempre più minimale, sempre più essenziale, sempre più pieno di sentimento.

“Una tragicommedia gentile”, si è detto di questo film.
Una gentilezza che si avvicina tanto, tantissimo, alla poesia. La poesia del vivere quotidiano.

Una tragicommedia che, inesorabilmente, ti porta a fare il tifo per questa improbabile coppia, così sfortunata e così dignitosa, così provata dalla vita ma così imperturbabile nella sua silenziosa rassegnazione a sopportare ogni colpo inflittole.
Un tifo che tiene col fiato sospeso, che ti fa agitare sulla poltrona all’ennesima beffa del caso, nemmeno fossi lì a gridare “Voltati” a Julie Christie nel finale del Dottor Zivago.