TRAMA:
Una nonna anziana si aggira per un bosco in autunno, come foglie e sottobosco confermano. Porta con sé un cestino di vimini per raccogliere i funghi, molto amati dalla figlia, in arrivo a pranzo insieme all’adorato nipote, per lasciarlo a lei durante le vacanze scolastiche. Uno scenario di apparente idillio, non fosse per la stagione, quell’autunno invocato dal titolo originale, Quand vient l’automne, che semina Sotto le foglie tanti piccoli indizi di disagio, pronti a diventare una valanga di perfidia e incomprensioni, sempre tenendo a freno ogni esplosione, sotto traccia, non alzando mai la voce o scuotendo troppo la camera. Ogni svolta narrativa giunge sorprendente e inconsueta, Ozon non la fa “pesare”, rendendola in questo modo ancora più spiazzante. È una visita nel terreno della favola nera e della metafora, insistita, in cui il regista francese ancora una volta cambia registro, come ama fare, prendendosi il tempo di un ritratto trattenuto, ma di una spietatezza raramente vista, sulla trasmissione di più vizi che virtù fra madre e figlia. Dall’elogio di una criminalità teatrale e di buon cuore contro il maschio rimbecillito, in Mon crime, alla quotidianità che nasconde nell’apparente ritratto bucolico crimini e misfatti di ogni genere………….